Lo stile della trasgressione

Arte, architettura e musica nell’età barocca a Siena e nella sua provincia
- Autore: a cura di Felicia Rotundo
- Anno: 2008
- Formato: 21 x 28 cm.
- Pagine: 190 pp., ill
- ISBN: 978-88-7145-275-3
Arte, architettura e musica nell’età barocca a Siena e nella sua provincia
A dispetto delle consueta interpretazione storica dei secoli XVII e XVIII come periodo di empasse artistica e di isolamento culturale per la città, la vita teatrale pubblica di Siena si rivela invece assai ricca e articolata, e in special modo il fenomeno del teatro d’opera, caratterizzato da un crescente e attivo interesse per le novità e i protagonisti dei principali centri musicali italiani. Di questo periodo si conserva nella Biblioteca Comunale un prezioso corpus di più di cento libretti d’opera a stampa, attraverso i quali si è in grado di ricostruire molti degli aspetti legati tanto alla rappresentazione scenica che all’offerta artistica e musicale, e di approfondire e integrare la storia delle vicende costruttive alla luce delle esigenze performative e di fruizione pubblica dello spettacolo d’opera.
Già un primo approccio offre molteplici spunti di ricerca, meritevoli di approfondito studio e tutti importanti per una dettagliata comprensione del fenomeno complessivo, ma taluni anche afferenti ad ambiti d’indagine molto specifici e settoriali. In questa sede l’obiettivo è quello piuttosto di tratteggiare senza alcun intento esaustivo un rapido panorama dell’insieme, privilegiando due direzioni principali. In primo luogo le circostanze architettoniche dei teatri pubblici della città, e le relative potenzialità tecnologiche e scenografiche, elementi fondamentali per comprendere concretamente quali fossero tipologie e caratteristiche visuali con cui lo spettacolo operistico si presentava alla collettività.
In secondo luogo gli aspetti legati alla programmazione operistica, ossia quali selezioni di musiche e tendenze, quali protagonisti e scuole operistiche, risultino dalle scelte di gusto specifiche del contesto locale, per meglio evidenziare l’atteggiamento verso le influenze culturali provenienti dai principali ambienti musicali della penisola, e l’evoluzione dei modi di gestione e fruizione dei teatri senesi.
Tra le tante direzioni che le esigenze presenti hanno indotto a rimandare ad altri momenti d’indagine la prima è l’analisi della produzione locale di figure musicali di rilievo, scelta motivata in parte dall’esser già stato tale aspetto meta di più frequenti studi1; di artisti e cantanti senesi si farà solo cenno in funzione dei propositi già indicati. Non rientrerà nella presente indagine anche la prolifica attività operistica del Nobile Collegio Tolomei, per quanto interessante e significativa; tanto i modi di produzione artistica e di allestimento, quanto quelli di consumo, sottendono obiettivi sociali differenti dal pubblico intrattenimento, e rimandano piuttosto a quella strategia educativa elitaria tipica della formazione delle future classi dirigenti dell’epoca, costituendo anche artisticamente un ambito “protetto” e separato2.
Infine, la scelta del 1668 riflette una significativa discontinuità nei modi di fruizione e rappresentazione del melodramma a Siena; è da questa data infatti che la costruzione di un nuovo e aggiornato spazio teatrale, come vedremo, costituirà il concreto presupposto a una stabile e continuativa attività operistica pubblica.