Il liceo classico di Siena

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II. L'Archivio storico. Inventario analitico

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  • Autore: Giacomo Zanibelli

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Può considerarsi, ormai, una prassi abituale celebrare ricorrenze e anniversari con iniziative di varia natura che concorrano a riflettere sul passato e a valutare quanto di quel passato si riverberi ancora nel presente. Manifestazioni di queste forme di recupero della memoria sono mostre, convegni, conferenze, concerti, se non anche eventi sportivi o di ritrovo collettivo. E, non di rado, specie negli ultimi decenni, la celebrazione di un anniversario ha coinciso anche con la ‘riscoperta’ delle antiche carte che l’istituzione celebrata ha conservato nei propri locali, facendo riportare alla luce preziosi documenti che contribuiscono a rivelare episodi o storie più o meno lontane, non di rado rilette con benevola indulgenza, se non anche con intenti didascalici.

Com’è noto, l’archivio, prodotto da un ‘ente’ per le ordinarie esigenze del servizio amministrativo, acquista col passare del tempo una valenza che supera progressivamente le necessità burocratiche, a vantaggio di una nuova dimensione di natura culturale che rende le carte prodotte una fonte privilegiata per l’analisi storica. Questa particolare ‘valenza culturale’ può ricollegarsi, in una certa misura, al concetto introdotto negli anni Trenta dello scorso secolo da Giorgio Cencetti, uno dei principali teorici dell’archivistica moderna, per il quale non solo «l’archivio rispecchia l’ente» produttore, ma giunge addirittura a identificarsi con esso o almeno a costituire un aspetto significativo della sua esistenza. Quindi, la nostra ricostruzione delle dinamiche del ‘soggetto’ che ci interessa conoscere non può trascurare il suo riflesso documentario, in grado di rivelarne, come in uno specchio, la genesi, gli sviluppi, gli esiti.

Naturalmente, l’immagine riflessa in uno specchio non è la ‘realtà’ o la ‘verità’. Quanto lo specchio ci mostra, talvolta in modo deformato, va sottoposto a un’analisi attenta e agli interrogativi che la sensibilità culturale del mondo presente ci suscita. A ben vedere, l’archivio nel suo insieme e i singoli documenti che esso contiene ci possono dire solo quanto gli antichi produttori hanno ‘potuto’ o ‘voluto’ esprimere, essendo ‘costretti’ a operare secondo le rigide maglie della normativa, della burocrazia, delle ‘forme’ documentarie, delle scelte conservative o distruttive, e soprattutto essendo ‘condizionati’ dal contesto in cui si trovarono ad operare.

Ciò vale anche per l’archivio qui presentato, che costiuisce la parte residuale del sedimento documentario di 150 anni di lavoro svolto all’interno del liceo classico senese da insegnanti, tecnici, impiegati, personale di custodia.

Risale al 17 novembre 1862 la solenne inaugurazione del Regio Liceo e del Ginnasio municipale. Il giornale «La Provincia» uscito quel giorno ci ha trasmesso una puntuale memoria dell’evento, elencando le autorità presenti, ricordando le funzioni religiose solennemente svolte nella chiesa di Sant’Agostino, sottolineando gli applausi che scandirono il discorso inaugurale affidato al professore e canonico Ranieri Riccucci, attento a rimarcare come l’impegno profuso nel campo dell’istruzione fosse «frutto della nuova libertà italiana», prima che la marcia reale chiudesse la fastosa cerimonia. Di lì a breve nelle stanze dell’antico convento di Sant’Agostino l’amministrazione del Liceo e del Ginnasio iniziò a produrre i primi documenti. All’anno scolastico 1862-1863 risalgono infatti i più antichi registri degli esami di ammissione ai due istituti, registri che, tramite i dati essenziali raccolti dalla burocrazia di allora, permettono di conoscere i nomi di quei compagni di scuola lontani nel tempo, la località di provenienza, i risultati ottenuti nelle prove d’ingresso: prima schiera di giovani che per un secolo e mezzo sarebbero maturati sotto l’insegna del Liceo intitolato a «Francesco Guicciardini» e dal 1932 ad «Enea Silvio Piccolomini».

Lo studio rigoroso e ampiamente documentato condotto da Giacomo Zanibelli per la sua tesi di laurea magistrale in «Documentazione e ricerca strorica» – riproposto in questa sede con minimi interventi redazionali – colloca le vicende del Liceo senese nella lunga evoluzione normativa che segna la storia della scuola italiana dalla Legge Casati (1859) fino alle riforme del 1969. Ma, soprattutto, il suo certosino lavoro permette di ‘fotografare’ quanto esiste attualmente nell’archivio del Liceo e di ‘vederlo’ strutturato in ampie sezioni, al loro interno articolate in serie corrispondenti a precise tipologie documentarie, le cui singole unità archivistiche (registri, filze, faldoni) sono disposte in ordine cronologico. La puntuale ricerca di Zanibelli rivela purtroppo anche i danni gravissimi che questo patrimonio documentario ha subìto. Già una lettura sommaria mette in dolorosa luce che, se delle prime attività l’archivio conserva tracce precise, purtroppo di alcuni successivi periodi della storia del Liceo esso non conserva più alcuna testimonianza. Eventi sconosciuti di cattiva conservazione se non, forse, deliberate eliminazioni, avvenute in momenti in cui minore era l’attenzione verso le carte dell’istituto, hanno creato vuoti oggi impossibili da colmare. Lacunosa, ad esempio, appare la preziosa serie dei registri delle adunanze dei professori che inizia solo dall’ottobre 1889, si interrompe nel settembre 1918 per riprendere nel dicembre 1930 e giungere da allora ai nostri giorni senza soluzione di continuità. Altrettanto lacunoso appare il carteggio, probabilmente esposto ai danni conseguenti a spostamenti e a lavori nei diversi locali che hanno ospitato le carte: la serie presenta qualche erratico fascicolo dei primi anni di attività – documenti in parte confluiti in una raccolta miscellanea composta intorno al 1960 per la realizzazione di una storia del Liceo –, ma può dirsi ‘completa’ solo dal 1938 e ben articolata secondo puntuali titolari di classificazione a partire dall’anno scolastico 1940-1941.

Lo strumento archivistico redatto con cura da Giacomo Zanibelli – strumento che fa seguito al recupero della documentazione da parte degli operatori scolastici e al riordinamento della stessa, una volta concentrata in locali idonei –, contribuirà quindi a preservare d’ora in poi con la dovuta attenzione quanto ereditato dal passato, ma aiuterà anche a impostare una corretta conservazione di quanto prodotto negli ultimi anni e di quanto l’istituto andrà a produrre in futuro. La struttura archivistica data dal curatore dell’intervento permetterà infatti di aggiornare costantemente le serie al momento individuate e di aggiugerne eventualmente altre secondo le necessità burocratiche o normative che dovessero manifestarsi. In questa prospettiva, che unisce idealmente il recupero del patrimonio documentario proveniente dal passato al materiale amministrativo messo in atto nel presente e nel futuro, sta forse il segnale più forte di un ‘evento’ celebrativo – all’interno del quale si colloca la pubblicazione di questo inventario –, che non vuol essere solo un fugace momento di rievocazione, ma che soprattutto vuol mettere a disposizione uno strumento concreto per una più sicura conservazione della memoria storica del nostro «Liceone».

  • Autore Giacomo Zanibelli