I Cassiopei

C’è un perché a tutto questo, non è che siamo totalmente matte.

Saprete bene che dietro ogni gatto in gattile si nasconde una storia triste; se va bene il gatto è stato abbandonato per motivi a lui sconosciuti e incomprensibili, se va male…

Ve lo lascio immaginare.

Ho iniziato a fare fotografie e a scrivere appelli per l’adozione dei mici ospiti ai Cassiopei per creare un alone positivo, qualcosa su cui fosse possibile sorridere e che allo stesso tempo attirasse l’attenzione sul gatto.

Giusto due righe strampalate, a volte surreali, che hanno colpito non sono i fan della pagina Facebook (che noi chiamiamo #Cassiopeiers, perché fa tanto giovane), ma anche l’editrice di questo libretto, che si è dimostrata pazza quanto e più di noi, contattando una delle due invasate e proponendole di fare di quegli appelli un volumetto da vendere per beneficenza.

L’invasata ha accettato subito e non appena me lo ha proposto, ho accettato anche io.

Come capirete presto, mi sono fatta prendere un po’ la mano e sono andata là dove mi ha portato la penna, come mi diceva sempre la mia professoressa di italiano delle superiori (lei lo intendeva come una critica).

Leggendo queste pagine, entrerete anche voi nel Regno del Duca.

Benvenuti.

(dall’introduzione di Francesca Cardelli)

Francesca Cardelli

Senese di nascita, europea per vocazione e travel blogger per passione, ha conseguito la laurea in giurisprudenza e poi l’ha appesa al chiodo sopra la TV, tanto le stampe d’epoca non passano mai di moda. Passa il tempo a scrivere atti più o meno pubblici, fare foto, pettinare la gatta e cadere da cavallo. Sogna di vincere alla lotteria e passare il resto della vita in un appartamento con camino a Mayfair. Secondo un recente sondaggio è risultata essere la migliore fotografa di gatti che i Cassiopei abbiano mai avuto.