I castelli del Senese
Strutture fortificate dell’area senese-grossetana
- Autore: Paolo Cammarosano - Vincenzo Passeri
- Anno: 2006
- Formato: 24 x 33 cm.
- Pagine: 488 pp., ill
- ISBN: 88-7145-242-9
Strutture fortificate dell’area senese-grossetana
A trent’anni di distanza dalla sua prima edizione, il so stanzioso volume sugli in sediamenti fortificati del le province di Siena e Grosseto, costruito da Paolo Cammarosano e Vincenzo Passeri, dimostra ancora gran parte della propria utilità, per l’ingente mole di informazioni e la ricchezza delle riflessioni storiografiche, tanto su alcuni temi specifici e circoscritti, quanto su numerosi questioni generali concernenti la dinamica dell’insediamento e del potere nella Toscana medievale 1. Tuttavia la rilettura di questa impegnativa ricerca sollecita a fare alcune brevi considerazioni su quanto sia mutata la nostra visione dell’insediamento rurale medievale di un vasto e rilevante territorio dell’Italia centrale, che è stato, nell’ultimo venticinquennio, indubbiamente ‘privilegiato’ dalle ricerche storico-archeologiche sul popolamento e sul potere rurale tra VI e XIV secolo, nonostante che l’opera in questione rimanga uno dei più autorevoli punti di riferimento 2.
Sotto il profilo dei resti materiali dei castelli, siano esse tracce archeologiche o organismi ancora monumentalmente vi vi, indicatori straordinari e coerenti di un paesaggio mutato, ma ancora capace di conservare i segni della storia, l’ingente censimento realizzato da uno studioso ap passionato, quale fu l’architetto Vin cen zo Passeri, costituisce ancora un im pre scin dibile punto di partenza per chiunque voglia farsi un’idea della complessità delle forme insediative e impostare una valutazione del potenziale archeologico sull’architettura fortificata medievale e moderna nelle province di Siena e di Grosseto. Infatti le informazioni ulteriori raccolte in seguito nell’ambito dei progetti di cartografia archeologica, attraverso indagini di scavo, di ricognizioni sul campo e di remote sensing, cioè attraverso la lettura delle foto aeree zenitali e oblique e delle im ma gini satellitari 3, hanno condotto, è vero, a individuare siti nuovi e talvolta inediti, ma questi sono collocabili prevalentemente in orizzonti cronologici altomedievali o dei se coli centrali del Me dio evo, le cui strutture erano generalmente realizzate in materiali deperibili e i cui resti sfuggono facilmente alle pratiche diagnostiche della tradizione storico-architettonica. Il repertorio dei castelli, delle ter re nuove e dei borghi attestati nei documenti d’archivio attualmente noti, in fase ancora di costruzione in un database relazionale georeferenziato presso il Dipar ti mento di Ar cheo logia e Storia delle Arti del l’Uni versità di Siena, differisce dal censimento di Paolo Cammarosano soprattutto per siti precocemente abbandonati, op pure in re lazione a menzioni documentarie re cen temente individuate nelle fonti d’archivio, anche grazie a strumenti di accesso, edizioni, spogli e regesti, repertori, indici, non disponibili tre decenni fa 4: le recenti indagini condotte da Roberto Farinelli 5 sui castelli dei territori medievali di Populonia, Roselle, Sovana e Chiusi, ad esempio, per la provincia di Grosseto e per la porzione meridionale di quella di Siena, hanno portato a considerare un numero quasi doppio di siti riconducibili a castelli medievali 6. Ma la discrepanza in termini quantitativi tra il quadro at tuale delle conoscenze relative ai “castelli del Senese” è connessa alla differente visione complessiva che si ha oggi del fenomeno dell’incastellamento.