Le idee e gli anni

- Autore: a cura di Gino Civitelli - presentazione di Oliviero Diliberto
- Anno: 2006
- Formato: 22 x 22 cm.
- Pagine: 96 pp., ill.
- ISBN: 88-7145-233-X
Chi aprirà queste pagine avrà un’immagine del nostro paese che risale a sessant’anni fa. Per la storia dei popoli e degli stati, cinquanta o sessanta anni non sono nulla, rappresentano l’avvicendarsi di tre sole generazioni, come in una di quelle foto di famiglia in cui si possono vedere insieme i nonni e i padri con i figli. Questo è un libro di fotografie e di testimonianze scritte o raccolte oralmente sugli anni dell’immediato dopoguerra, in una provincia toscana, la rossa provincia di Siena, che oggi è il fiore all’occhiello dell’industria turistica italiana, con i suoi paesaggi d’arte, e le crete senesi, il vino e l’olio più famosi del mondo.
Ma le foto qui raccolte parlano di un’altra storia. Quella in cui le crete erano il luogo di un lavoro disumano che “si faceva giù per le grete”, aride come deserti, come la voce arrocchita dei vecchi che ne parlano oggi col ricordo di quella sete; erano il campo lavorato con le mani e con l’aratro dei mezzadri, e dove i loro figli, quelli piccoli per lavorare, si consumavano i piedi senza scarpe per portare il mangiare ai grandi percorrendo chilometri. Sono foto di donne che negli anni ’50, si organzzavano perché, a otto anni dalla fine della guerra, nella zona “di Buonconvento, Vescovado di Murlo, Montalcino, San Giovanni d’Asso ci sono 292 stanze anti-igieniche, 50 case pericolanti, manca la luce elettrica a 718 poderi, 255 abitazioni sono prive di gabinetto”. E ancora “ci sono 298 bambini bisognosi di cure, 112 donne mezzadre affette da Tbc, 1160 donne non sanno leggere e scrivere”. Il libro è la testimonianza di una storia dura, delle devastazioni della guerra e della fatica, della ricostruzione, una storia di lavoro e di miseria nonostante il lavoro, la storia di una forma brutale di sfruttamento, la storia di una vita senza consolazione e senza speranza che non fosse quella della solidarietà e della dignità condivise con i propri simili.