Siena e i Senesi nel XIII secolo
- Autore: Daniel Waley
- Anno: 2003
- Formato: 17 x 24 cm.
- Pagine: 264 pp.
- ISBN: 88-7145-197-X
Q uesto libro si propone di offrire un’immagine dei Senesi e della loro città attraverso la documentazione del periodo compreso fra il 1250 e il 1310. Data la quantità e la qualità di queste fonti – soprattutto leggi, verbali di riunioni di Consiglio, documenti finanziari e testamenti – è possibile farsi un’idea del modo in cui all’epoca era amministrata la città e dell’effetto che faceva vivervi. Scopo della trattazione è delineare un quadro delle istituzioni senesi – quelle comunali e le altre – per spiegarne il funzionamento e descrivere il personale che vi partecipava, oltre che per stabilire collegamenti fra chi esercitava il potere in città e i modi in cui ciò avveniva. Con l’aiuto del computer ho fatto qualche tentativo di utilizzare le fonti da un punto di vista quantitativo, spero con la dovuta cautela.
Le erculee fatiche di William Bowsky sul materiale documentario dell’Archivio di Stato di Siena erano iniziate un decennio prima che mi mettessi a lavoro ed erano culminate con The Finances of the Sienese Commune (1970, trad. it. Le finanze del Comune di Siena, 1974) e A Medieval Italian Commune. Siena under the Nine, 1287-1355 (1981, trad. it. Un Comune italiano del Medioevo. Siena sotto i Nove, 1287-1355, 1986). La tecnica di questo libro ha imposto un approccio diverso rispetto a quello di Bowsky, tuttavia le nostre opere hanno in comune un quarto di secolo (1287-1310). Ho tentato di descrivere Siena per come appare ai miei occhi, senza lasciarmi condizionare dal punto di vista di Bowsky, che lo condividessi o meno, ma quasi sicuramente dai suoi lavori ho attinto più di quanto mi accorgessi mentre scrivevo; perciò ammetto, con la più profonda gratitudine, di avere un debito nei confronti delle sue numerose pubblicazioni. Bowsky mette l’accento sugli elementi di continuità degli anni compresi fra il 1287 e il 1355 e postula che all’inizio di quel periodo vi sia stata una cesura; personalmente invece tendo a sottolineare la continuità rispetto al mezzo secolo precedente e ai primi decenni dei Nove. Le nostre concezioni divergono anche riguardo ai Noveschi. Bowsky li considera un “regime” – i Noveschi come classe di governo od oligarchia dominante. Secondo la mia interpretazione, al contrario, il periodo successivo al 1287 deve essere presentato come una fase dello sviluppo costituzionale del Comune nel corso della quale la vecchia classe dirigente accettò il costante processo che portò i mercanti della “meça gente” ad avere, nell’ambito del governo, un ruolo di maggiore spicco o più formalmente definito.
Sono passati vent’anni da quando ho cominciato a dedicarmi nel tempo libero alla raccolta di materiale per questo libro e ora è giunto il momento di mettere insieme i pezzi del lavoro svolto piuttosto che continuare la ricerca d’archivio. Dato che il mio scopo è quello di offrire un quadro realistico della società senese, ho seguito il metodo di fornire esempi tratti dai documenti superstiti che testimoniano il modo in cui venivano fatte e percepite le cose. Pertanto il materiale è organizzato con criteri tematici e ha per oggetto, nell’ordine, l’ambiente, la gente, il funzionamento delle istituzioni politiche e sociali e la religione. Nell’ultimo capitolo, che tratta della continuità e del cambiamento, ho tentato di bilanciare gli svantaggi di questo approccio non diacronico. Naturalmente, non tutti i documenti sono egualmente ricchi di informazioni su tutti gli aspetti della vita medievale senese, sono perciò consapevole delle lacune dovute alla mancata trattazione, ad esempio, della vita domestica e familiare. Ho provato con parziale successo a basarmi soltanto sulle fonti senesi e di non fornire spunti di discussione o esempi per analogia con le altre realtà locali medievali.
La mancanza di approfondimento sulle altre città limita le possibilità di utilizzazione di quest’opera come contributo alla storia comparata, ma il sacrificio è intenzionale. Ho anche cercato di evitare di dar conto delle teorie e delle controversie della recente storiografia perché il libro è destinato ai lettori non specialisti e non solo agli studiosi o agli studenti.