Contrada della Pantera - Restauri

- Autore: a cura di Alessandro Leoncini
- Anno: 2005
- Formato: 16 x 29 cm.
- Pagine: 42 pp., ill.
- ISBN: 88-7145-223-2
Elemento fondamentale per tramandare la tradizione delle Contrade è la memoria storica che si esplicita, oltre che con la parola e con gli scritti, anche con le opere d’arte di cui tutte le Contrade sono attente e gelose custodi, e con oggetti d’uso comune come bandiere, monture e braccialetti.
Gli economi che si sono succeduti nella nostra Contrada fino agli anni Sessanta del secolo scorso hanno sempre ricordato le enormi difficoltà da superare ogniqualvolta si doveva intervenire per riparare monture o bandiere lesionate: quasi sempre era necessario sacrificare un’altra montura o un’altra bandiera per sistemare alla meglio quelle bisognose di essere aggiustate. Così come si provvedeva ‘in casa’, con tanto di pennello e vernice dorata, al ‘restauro’ dei nostri candelieri settecenteschi!
Le Contrade erano veramente povere, non che oggi siano ricche, ma è finalmente cresciuta la sensibilità nei confronti del patrimonio storico-artistico interpretato, insieme al Rione, come continuità della vita delle Contrade.
La Pantera, che fino al 1958 non ha potuto disporre di una vera sede in cui conservare il proprio patrimonio, ha senz’altro perduto varie testimonianze del suo passato, oggetti che talvolta abbiamo veduto, e altri ne vedremo ancora, emergere in qualche bottega di antiquariato. Oggi, comunque, prestiamo molta attenzione e al loro riapparire, anche lontano da Siena, facciamo il possibile per riportarli... a casa!
Se negli ultimi tempi la Pantera è tornata in possesso di alcuni oggetti strettamente legati alla sua storia – basta pensare alla preziosa e unica raccolta di Maggiolate cantate dai panterini sul finire del Seicento per finanziare la costruzione della nostra prima chiesa – non possiamo esimerci da riconoscere il merito del nostro ‘storico’ economo Umberto Poggiolini (che negli anni si è alternato anche come archivista), e all’attenzione prestata da Alessandro Leoncini e Marco Ciampolini per recuperare quanto possibile e conservare nel miglior modo possibile il nostro corredo.
Le vicende storiche hanno portato la Pantera – unica fra tutte le Contrade – nella spiacevole condizione di non avere una chiesa di sua proprietà, ed è per questo motivo che non possediamo molte opere di arte sacra da tutelare, a eccezione della quattrocentesca scultura della Madonna della Mandorla, della tela con la Decollazione di San Giovanni Battista dipinta alla fine del Seicento da Antonio Nasini, e degli arredi lignei realizzati nel XVIII e XIX se colo per gli altari delle chiese allora officiate.
E proprio la statua della Madonna della Mandorla e la tela di San Giovanni, insieme con le monture della comparsa del 1928, sono stati oggetto della campagna di restauri finanziata dalla Banca Monte dei Paschi di Siena. È all’opera della Banca e all’impulso deciso e appassionato fornito dal suo Presidente professor Pier Luigi Fabrizi, che è possibile attuare iniziative di recupero e conservazione dei nostri beni storici e artistici.
È pertanto doveroso e giusto rivolgere alla Banca Monte dei Paschi di Siena e al professor Fabrizi un sincero e caloroso ringraziamento per la sensibilità e la generosità già dimostrate e confermate dalla recente delibera da parte del Consiglio di Amministrazione della Banca di rinnovare i contributi finalizzati a restauri, consentendo così il recupero di altre opere conservate dalle Contrade.