Magica Etruria

Magica Etruria” era il titolo di un volume scritto a
quattro mani da Mario Bizzarri e dall’amico Claudio
Curri alla fine degli anni ’60 del Novecento; un’opera che tradiva,
già dal titolo, il forte coinvolgimento personale dell’archeologo,
dell’uomo di scienza, che si sente di esplorare anche
dimensioni e sensazioni diverse da quelle squisitamente legate
alla ricerca. Per Mario Bizzarri è stata l’occasione per lasciar
correre la penna, cosa nella quale eccelleva, costruendo, su solide
basi scientifiche, un percorso coinvolgente per il lettore; è
una guida-non guida stimolante ancora oggi a tanti anni di
distanza per chi si avvicina al mondo dell’archeologia e dell’etruscologia
in particolare con curiosità ed apertura mentale.
Nella prefazione si legge: “questo libro non è una trattato di
Etruscologia... Non è neanche un prontuario particolareggiato
delle antichità etrusche... Questo libro, infine non è un itinerario
completo dei luoghi d’Etruria attraverso i quali il lettore,
preso per mano, segua pedissequamente la guida. Questo libro
invece è una specie di vagabondaggio capriccioso per le città
morte e le città vive d’Etruria sollecitando da queste e da quelle
la conferma della permanente validità di un dialogo intimo
fra il nostro spirito e ciò che resta di quel mondo antico”. Le
parti scritte da Mario, risultato di quel “dialogo intimo”, sono
relative a siti che lui conosceva bene, per i quali non era stato
solo un visitatore frettoloso; in alcuni casi c’era vissuto per
anni, metabolizzando, con la sua sensibilità interiore, quell’atmosfera
che avvicina i suoi scritti alle opere di George Dennis e
di D.H. Lawrence.
Lui stesso scriveva: “Io ho ancora una visione romantica dell’archeologia
e mi rimane dentro amaro e pungente il fascino
dello scavo aperto e delle rovine ‘in situ’ – I musei ‘vivi’ mi piacciono,
non questi ordinati cimiteri dei quali siamo i diligenti becchini.
L’oggetto ‘catturato’ e messo dietro il vetro mi dà una
profonda malinconia e un vago senso di colpa” (da una lettera a
Carlo Poglayen, Firenze, 10 ottobre 1950).