Senarum Vinea

Il paesaggio urbano di Siena. Forme di recupero e valorizzazione dei vitigni storici
- Autore: Andrea Ciacci e Myriam Giannace
- Anno: 2012
- Formato: 17 x 24 cm.
- Pagine: 240 pp., ill
- ISBN: 978-88-7145-309-5
Il paesaggio urbano di Siena. Forme di recupero e valorizzazione dei vitigni storici
La terra di Siena conosce una straordinaria notorietà enologica, forte delle sue denominazioni famose in tutto il mondo, dal Chianti Classico al Brunello di Montalcino, dalla Vernaccia di San Gimignano al Vino Nobile di Montepulciano. Si tratta di eccellenze enologiche che contribuiscono alla ricchezza del territorio senese, sia in termini produttivi, sia perché funzionano da forti attrattori turistici, dal momento che i territori di cui sono espressione coniugano qualità del prodotto, bellezze paesaggistiche, artistiche e monumentali, storia millenaria e grande spessore culturale, ottima gastronomia e un paniere di prodotti tipici altrettanto noto e celebrato.
Eccellenze che, tra l’altro, sono testimoniate dalla presenza, nella sola provincia di Siena, di ben quattro siti tutelati dall’Unesco (Siena, San Gimignano, Pienza, la Val d’Orcia); sono territori in cui la viticoltura svolge un ruolo di primo piano nel valorizzare il paesaggio rurale.
La città di Siena vuole vivere in modo sempre più attento e partecipato la gloria enologica della sua provincia. Molto però va sottolineato: come anch’essa vanti un’antica tradizione documentata che, nel corso dei secoli, è andata in parte dimenticata. Lo testimonia la presenza di antichi vitigni sia all’interno delle sue mura, in particolare tra le valli verdi e gli orti conventuali, sia nelle aree periurbane, vicine alle mura, in particolare nella zona sud che ha conosciuto uno sviluppo urbanistico inferiore, meno invasivo. Qui è possibile ancora oggi individuare lembi di paesaggio rurale che testimoniano un’antica vocazione viticola, riconducibile per tecniche di coltivazione alla pratica etrusca di allevare la vite su tutore vivo.
Lo ribadisce il progetto Senarum Vinea, che il Comune di Siena ha fin da subito condiviso nelle sue finalità e che ha apprezzato anche per l’interdisciplinarietà che lo contraddistingue, avendo coinvolto archeologi, storici e storici dell’arte, biologi molecolari, agronomi, ampelografi, ingegneri informatici. Tra i suoi obiettivi, infatti, non vi è solo quello più prettamente scientifico del riconoscimento e della valorizzazione dell’antico patrimonio viticolo cittadino e delle sue forme storiche di coltivazione, ma anche la possibilità di offrire applicazioni pratiche a sostegno delle attività economiche locali.
Il Progetto, inoltre, rappresenta uno stimolo per la nostra comunità al mantenimento di quella identità rurale che la città, sia al suo interno, attraverso lo straordinario patrimonio delle “valli verdi”, sia nell’immediata periferia, può ancora vantare. La città, infatti, ha mantenuto un profilo ancora fortemente caratterizzato dalla presenza di orti urbani e poderi suburbani in cui spesso si conservano tracce di vigneti “obsoleti”, utilizzati per produzioni di vino limitate all’autoconsumo. È questa una realtà preziosa che va tutelata, se si vuole evitare il depauperamento del patrimonio vitivinicolo locale e non si vuol perdere quella memoria che ci riporta, senza cadere nella retorica, al paesaggio affrescato da Ambrogio Lorenzetti in Palazzo Pubblico per celebrare il Buon Governo.
Questa pubblicazione delinea e approfondisce le varie opportunità che la ricerca mette in campo, di cui vale la pena ricordarne alcune. La realizzazione di un nuovo percorso turistico di enotrekking urbano che condurrà il turista alla scoperta degli antichi vigneti negli spazi verdi interni alla città e fuori delle mura, offrendo nuove opportunità per zone della città e dei suoi dintorni meno toccate dagli abituali flussi turistici. L’Orto de’ Pecci, già noto per aver allestito un orto medievale a scopo didattico, luogo di sperimentazione di preziose attività con finalità sociali e di reinserimento, ospiterà una vigna con alcune delle varietà selezionate di vitigni minori, allevati secondo le forme storiche di coltivazione. Molto importante sarà la messa in produzione a scopo non sperimentale di un vigneto ottenuto dai vitigni selezionati nel corso della ricerca presso l’azienda agricola Castel di Pugna.
E qui sta l’ulteriore opportunità che questa ricerca offre: la possibilità di cominciare a “progettare”, dopo le necessarie e opportune verifiche tecniche, la possibilità di giungere alla produzione di un “vino della città”, ottenuto dai vitigni selezionati.
Il cammino è ancora lungo, ma la meta non è impossibile da raggiungere. Questa sperimentazione può rappresentare una straordinaria opportunità per il territorio senese e per le sue imprese agricole. Saranno i vignaioli – se lo vorranno – a trasformare questo progetto di ricerca in una opportunità produttiva che potrà avere interessanti evoluzioni nel corso del tempo, magari con la definizione di un disciplinare di produzione di una nuova denominazione di origine che abbia nel nome “Siena” la sua nuova, ma antica, identità.