Granulazione etrusca

Un’antica arte orafa
- Autore: Gerhard Nestler ed Edilberto Formigli
- Anno: 1994
- Formato: 17 x 24 cm.
- Pagine: 96 pp. ill.
- ISBN: 88-7145-072-8
Un’antica arte orafa
Ai visitatori dell’Esposizione Mondiale di Londra del 1862, nella sezione dedicata all’oreficeria, fu consegnato un trattato di un certo Alessandro Castellani 1, appartenente a una famosa famiglia di orafi romani, del quale vi proponiamo una piccola parte:
«Gentili signori, grazie alla Vostra cortese benevolenza, mi è stata concessa la possibilità di esporre in poche parole i risultati delle mie ricerche sull’arte orafa, così come fu praticata dagli antichi […] anche in riferimento ai processi costruttivi utilizzati dagli artisti di quei tempi. Sfortunatamente questi processi sono andati perduti, così come tanti altri misteri di una civiltà che fu la madre della nostra. […] Tra le altre cose i grani quasi invisibili che hanno un ruolo così importante come elementi decorativi nei lavori di antica oreficeria, ci pongono davanti a difficoltà quasi insuperabili. Abbiamo fatto innumerevoli tentativi […] abbiamo studiato gli scritti di Plinio, Teofilo e Benvenuto Cellini, senza trascurare nessuna delle altre fonti […]» 2.
L’arte della quale parlava Castellani era la tecnica della granulazione (dal latino granum), l’arte di attaccare solo mediante minuscoli punti piccole sferette su un sottofondo metallico, cioè in maniera quasi invisibile all’oc chio umano.
I Castellani non riuscirono mai a scoprire questo “segreto degli antichi”, ma le loro numerose imitazioni di oreficeria etrusca erano di qualità così alta, che spesso solo oggi vengono riconosciute come fal sificazioni. Nel frattempo esse stesse sono diventate pezzi da museo e da collezione con prezzi talvolta superiori a quelli degli originali.
Una volta creato, il “mistero” intorno alla tecnica della granulazione cominciò a stimolare la fantasia degli orafi della fine dell’Ottocento e non solo di essi. Era quella un’epoca di grandi scoperte e di enormi occasioni, gli scavatori inglesi, francesi, tedeschi e americani rifornivano i musei dei loro paesi con i tesori degli antichi, spesso saccheggiando senza ritegno le aree archeologiche.
Ma i ritrovamenti non avvenivano solo in Asia Minore o in Grecia; anche “davanti alla porta di casa” si scoprivano tesori come quelli della tomba Regolini-Galassi a Cerveteri, che focalizzarono l’attenzione dell’Europa su un popolo: gli Etruschi.