La popolare

Si può raccontare mezzo secolo di storia parlando di una Casa del Popolo? E si può raccontare una Casa del Popolo non facendola vedere affatto? [...] La casa è fatta dalle persone, dagli uomini, dalle donne che con le loro le facce, gli abiti, la posa ci dicono qualcosa di ci dicono qualcosa di un’Italia che in questi cinquant’anni è uscita dalla guerra, dal fascismo, ha cambiato la sua dimensione contadina e si affaccia ora, pur con tutte le sue contraddizioni, nell’epoca della tecnologia e dell’integrazione europea. Quella che qui ci viene proposta è una storia misurata con il metro della vita degli individui. Gli anni trascorsi si contano nelle rughe dei volti, fissati dal bianconero di Carlo Vigni [...] Quelle espressioni sono la memoria vivente, la voce di occhi che hanno visto, mani che hanno toccato, gesticolato, accompagnato parole di discussioni e lotte. Sono loro La Popolare. [...]. (dalla prefazione di Pierluigi Piccini)