L’immagine di Siena: le due città - Piante degli acquedotti

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Le piante degli acquedotti sotterranei di Siena nelle collezioni cittadine (dal XVI al XIX secolo)

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  • Autore: a cura di Laura Vigni
  • Anno: 1999
  • Formato: 23 x 33 cm.
  • Pagine: 72 pp., ill.
  • ISBN: 88-7145-150-3

5,50 €

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Sopra, alla luce del sole, le vie, le piazze, i vicoli, i palazzi, le chiese, le torri, le case degli antichi quartieri popolari. Sotto, nel buio più compatto e impenetrabile, la rete dei bottini, lunga e capillare estensione di gallerie in cui, con un movimento impercettibile, ma continuo e costante, scorre un rivolo di acqua. Unico rumore quello delle gocce che, lungo stalattiti, blocchi di calcare, pozzi e scalinate, cadono nei punti in cui il percorso sotterraneo incontra una vena. Fontanella e Fontebranda, Fonte Gaia e Fonte Nuova, tutte le altre fonti storiche e una serie di fonti minori, che servivano un convento o un'istituzione pubblica, un palazzo privato o una delle tante aree agricole comprese nella cerchia muraria, sotto il punto di contatto fra i due mondi. Punto di contatto vitale quant'altri mai poiché, assicurando per secoli l'approvigionamento idrico, consentì la crescita della città e al tempo stesso, a causa di una quantità di acqua mai sufficiente, ne condizionò e ne limitò lo sviluppo, in particolare, com'è noto, nel campo delle attività manifatturiere. Sa quasi un secolo, con la costruzione degli acquedotti moderni, i bottini hanno perduto la loro funzione essenziale. Hanno però conservato tutto il loro valore culturale di opera architettonica unica nel suo genere, il cui valore è inestimabile. L'Amministrazione Comunale è oggi impegnata a curare la città di sopra, ma anche la città di sotto. Il recupero delle Fonti di Pescaia, che ospiteranno il Museo dell'acqua, è il segno al momento più tangibile di questo impegno, al quale si accompagneranno le opere di consolidamento dei tratti di bottino pericolanti, i lavori di sgromatura dei gorelli e un impiego dell'acqua, peraltro mai venuto del tutto meno, per usi concreti come, per esempio, l'irrigazione di parchi e orti o l'alimentazione di impianti di raffreddamento, in modo da unire la conservazione del patrimonio storico alla sua utilizzazione secondo i più moderni principi del risparmio idrico. La mostra delle mappe che, nel corso del tempo, sono state l'unico strumento per muoversi con sicurezza sulla faccia sotterranea della città, è interessantissima di per sé, ma riceve un valore aggiunto se la pensiamo inserita in questo contesto.

  • Autore a cura di Laura Vigni
  • Anno 1999
  • Formato 23 x 33 cm.
  • Pagine 72 pp., ill.
  • ISBN 88-7145-150-3