Guida alla Val di Cecina

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da Volterra al mare

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  • Autore: a cura di Susanne Mordhorst
  • Anno: 1996 - ESAURITO
  • Formato: 15 x 24 cm.
  • Pagine: 242 pp., ill
  • ISBN: 88-7145-120-1

12,91 €


Il fiume Cecina nasce sul massiccio delle Cornate a ca. 812m di altezza vicino al paese di Gerfalco e sfocia a Marina di Cecina con una lunghezza complessiva di ca. 78km. Il suo percorso si snoda in direzione NO dalla sorgente fino all'altezza di Volterra e poi in direzione O fino al mare. Gli affluenti da destra sono torrenti corti, tortuosi e ripidi mentre quelli da sinistra sono notevolmente più lunghi, larghi e sedati. I nomi principali sono: il Pavone, il Possera, il Trossa e la Sterza da S, il Lopicaia, il Lopia e l'Acquerta da N.

Il bacino d'impluvio del Cecina ricalca la sagoma di un grande animale selvatico con il dorso formato dalle alture di Riparbella, Montecatini e Volterra, la coda alle Cornate, il muso verso il mare e le quattro zampe disegnate dagli spartiacque degli affluenti da sud.

Il livello d'inquinamento è zero o molto basso nel primo tratto e nella maggior parte degli affluenti, medio o forte a valle delle città di Pomarance e Volterra e nell'ultimo tratto prima di Cecina.

Il Cecina è un fiume a regime "mediterraneo", alimentato dalle piogge, con lunghe magre durante l'estate e forti piene da novembre a primavera.

Il nome ha origini etrusche ed è identico a quello di un'antica famiglia etrusca di Volterra, i Cecna, in latino Caecina. Non è per ora stato possibile stabilire se è stato il fiume a dare il nome alla famiglia o viceversa. Dei Caecina sono state trovate nel volterrano numerose urne cinerarie con iscrizioni in etrusco ed in latino e diversi sono nella storia di Roma i consoli ed i legati col nome Caecina. Sono stati i Caecina a donare il grande teatro romano alla città di Volterra e nel V sec. d.C. un console D. Albino Caecina possedeva una villa alla foce del fiume in territorio della cittadina odierna. La famiglia dovrebbe essersi estinta solo nel 1765 con Mons. Filippo Nicola Cecina, vescovo di Volterra.

Geologicamente il territorio della Val di Cecina si è sollevato dal mare 4 o 3 milioni di anni fa. L'osservatore che si fosse trovato sull'altura di Volterra appena emersa dall'acqua ca 3 milioni di anni fa avrebbe visto intorno a se una vasta distesa marina dalla quale emergevano come una grande isola i monti di Montecatini e Riparbella e i promontori formati dai monti di Libbiano/Micciano e di La Sassa. Il mare ha lasciato nel suolo non solo i molti fossili marini che si ritrovano nelle pietre locali arenarie di cui è costruita la maggior parte dei paesi della valle, ma anche due minerali importanti: i giacimenti di sale a Saline di Volterra e l'alabastro, un residuo marino risultato di una trasformazione del gesso che in Europa si trova solo nei dintorni di Volterra.

Il sottosuolo è ricco anche di minerali e di metalli come dimostrano le numerose miniere di rame, argento, mercurio, vetriolo e allume nei dintorni di Montecatini, Querceto e Libbiano, le zolfare di Micciano, la cave di calcedonio e le miniere di lignite intorno a Monterufoli. Alcuni di questi impianti, come la miniera cuprifera di Montecatini, sono stati avvitati in epoca etrusca, qualcuno tra quelli piccoli è stato attivo ancora dopo la prima guerra mondiale.

La Val di Cecina non ha invece mai avuto importanza come via di comunicazione: in epoca etrusca era abitata e coltivata e probabilmente tutto il territorio fino al mare dipendeva da Volterra, ma l'arteria principale di comunicazione e di commercio era costituita piuttosto dalla Val di Cornia in direzione Populonia. In epoca romana, con la decadenza di Volterra e l'impaludamento della costa ogni collegamento trasversale perdeva la sua funzione. e tutto il territorio sprofondò nel degrado generale. Nel tardo medioevo poi la Val di Cecina era divisa tra la Repubblica di Pisa alla quale apparteneva la parte inferiore con la striscia costiera ed il Comune di Volterra che dominava la parte media e alta. Apportarono una certa unificazione politica i Medici che però con la loro politica di reinfeudazione nel sei- e settecento gettarono tutto il territorio nella più grande arretratezza soffocando ogni spinta libertaria dei comuni.

In questi secoli non esisteva strada che traverssasse la valle per tutta la sua lunghezza da Volterra al mare; il viaggiatore, diretto per esempio a Vada, dovette guadare il Cecina a Montegemoli oppure a Casino di Terra, da lì guadagnare le alture di Guardistallo, ridiscendere verso Cecina e lì, guadando il fiume un'altra volta, poteva imboccare la strada litoranea.

Solo la bonifica della zona costiera nell'800 portò ad una riapertura degli accessi all'hinterland; ma ancora nel 1925 l'escorporazione della provincia di Livorno divise di nuovo la pianura, ormai prospera, dall'interno della valle perpetuandone in tal modo l'isolamento.

A cagione del proverbio che "in Toscana si hanno più conti che ponti" anche il fiume Cecina doveva essere per lo più traversato a guado. A Cecina sono attestati un ponte in età romana, uno pisano verso il 1280, un ponte di legno alla fine del '500, un altro di legno alla fine del '700 e infine il ponte di pietra della metà dell'800. Nel 1860 il conte Ginori fece costruire il ponte a Ponteginori e oggi a questi si aggiungono due ponti in direzione di Pomarance. A Marina di Cecina fu costruita la "passerella" nel 1967.

La vale del Cecina è una delle zone con la minore densità di abitanti della Toscana. L'economia è prevalentemente agricola con campi coltivati a cereali, viti ed olivi e un po' di pastorizia sulle pendici rivolti verso il fiume. Verso l'interno le colline sono coperte da estesi boschi in cui l'animale più diffuso è il cinghiale.

La vegetazione è costituita dalla tipica macchia mediterranea: lecci, querce e boschi misti verso l'interno, sugheri, pini e lecci verso il mare. Come sottobosco si trovano il mirto, la ginestra, il corbezzolo, il lentisco e lungo i corsi d'acqua tante canne.

La caccia viene praticata intensamente da metà settembre al 31 gennaio; si cacciano fagiani e molti uccelli. E' vietato cacciare nei giorni di Martedì e Venerdì. La caccia al cinghiale è una battuta collettiva e l'organizzazione è riservata agli organi provinciali. Le specie protette sono tra le altre: le volpi, gli istrici, i daini, caprioli e muffloni, il tasso, il coniglio selvatico, i rapaci ed il pettirosso.

Dal punto di vista ambientalistico l'alta e media valle del Cecina sono curate dalla "Comunità Montana della Val di Cecina" che ha corredato il territorio con un sistema di itinerari segnati e con relative cartine e spiegazioni naturalistiche (cartine in libreria o dalla Comunità Montana a Pomarance) sopratutto nelle foreste di Berignone e Monterufoli.

La ferrovia che percorre la valle da Cecina a Volterra è stata costruita nel 1863 come diramazione della ferrovia "Maremmana" lungo la costa. La linea è da tempo minacciata da chiusura per inrentabilità e già molte corse sono state sostituite da autobus. Il trenino si ferma nelle stazioni di Cecina, Riparbella, Casino di Terra, Ponteginori e Saline. Da Saline a Volterra si prosegue in autobus. Dal 1912 fino al 1958 il collegamento con Volterra era assicurato da una cremagliera.

  • Autore a cura di Susanne Mordhorst
  • Anno 1996 - ESAURITO
  • Formato 15 x 24 cm.
  • Pagine 242 pp., ill
  • ISBN 88-7145-120-1