Orvieto - Bolsena

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Città e necropoli d’Etruria

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  • Autore: George Dennis, a cura di Giuseppe M. della Fina
  • Anno: 1993
  • Formato: 14 x 21 cm.
  • Pagine: 58 pp. ill.
  • ISBN: 88-7145-043-4

6,50 €

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George Dennis collocava erroneamente Velzna (Volsinii in latino) sulle alture degradanti verso il lago di Bolsena, dove, invece, gli scavi dell‘Ecole Française de Rome, hanno consentito di riconoscere la nuova ubicazione della comunità volsiniese, imposta dai Romani. Non tutti i motivi del trasferimento degli sconfitti su queste alture sono chiare. Nella scelta devono avere pesato diversi fattori: la necessità di allontanare la città dall’arteria fluviale Tevere-Paglia-Chiani, di notevole importanza economica e politica; la minore difendibilità del sito; la vitalità dell’area prescelta dove erano sorti già alcuni castella; i possibili interessi di alcune famiglie dell’aristocrazia volsiniese, interessate allo sfruttamento agricolo dell’altopiano dell’Alfina e delle pianure attorno al lago.

I confini della nuova città possono essere seguiti con una certa precisione; e ciò

consente di determinare lo spazio occupato che risulta pari a mq. 650.000, anche se poi la superficie edificata era di mq. 350.000. Le dimensioni sono di tutto rispetto e da riferire ad un centro relativamente importante.

Gli inizi furono comunque assai difficili, come dimostrarono i caratteri dell‘abitato di fine III sec. a.C. realizzato ricorrendo alla muratura a secco. Una conferma di ciò viene dall’assenza di Volsinii dalla lista, fornita da Tito Livio, delle città che fornirono, nel 205 a.C., aiuti a Roma durante la seconda guerra punica.

La nuova città fu sconvolta probabilmente, agli inizi del II sec. a.C., dal moto dei Baccanali, un movimento di rivolta mascherto dietro le sembianze di particolare riti celebrati in onore di Bacco, che interessò l’Etruria fra il 196 e il 186 a.C., e che venne represso per ordine del Senato romano. Tale ipotesi è suffragata dal ritrovamento di un sacello dedicato al culto di Bacco e la sua distruzione, datata archeologicamente nei primi decenni del II sec.a.C., è stata posta giustamente in relazione dagli scavatori con il decreto del Senato sopra ricordato.

Un frammento di iscrizione di età tardo-repubblicana parla di un theatrum et proscaenium da immaginare semplicemente come una cavea ricavata in una depressione naturale del terreno, dato che non sono state rinvenute strutture murarie da poter essere riferite ad esso.

La documentazione letteraria ci ricorda con Giulio 0ssequente, uno storico del IV sec. d.C., dei fenomeni sismici e magnetici tra il 105 e il 94 a.C. seppure non registrati come tali.

Il tipo di amminstrazione scelto per la città nel III e nel II sec. a.C. non è conosciuto. Invece è nota la situazione successiva al 90 a.C. grazie ad alcune iscrizioni rinvenute in passato.

Almeno a partire da questa data la città era considerata municipium ed era retta da un collegio di quattro magistrati, i quattuorviri, eletti annualmente da un Senatus o ordo decurionum. Sappiamo anche della presenza di magistrati di grado minore, quali gli aediles e i curatores aquae. L‘ubicazione del Foro di età repubblicana è ignota.

  • Autore George Dennis, a cura di Giuseppe M. della Fina
  • Anno 1993
  • Formato 14 x 21 cm.
  • Pagine 58 pp. ill.
  • ISBN 88-7145-043-4